Che cos’è il disturbo bipolare

Il disturbo bipolare, anche conosciuto come malattia maniaco depressiva o come psicosi maniaco depressiva, è un disturbo caratterizzato da oscillazioni insolite del tono dell’umore e della capacità di funzionamento della persona.

Per comprendere meglio la variabilità del tono dell’umore, possiamo pensare al termostato di un’abitazione: il compito del termostato è quello di mantenere la temperatura stabile e regolare e di rispondere ai cambiamenti dell’ambiente circostante. Il sistema limbico del nostro cervello rappresenta il termostato dello stato d’animo ed è incaricato di mantenerlo stabile e regolare, facendo sì che  risponda adeguatamente a stimoli e cambiamenti dell’ambiente. Nel disturbo bipolare il sistema limbico non funziona correttamente e questo fa sì che il tono dell’umore diventi variabile, instabile e indipendente dall’ambiente.

Il disturbo bipolare è caratterizzato, infatti, dall’alternanza di uno stato depressivo e di uno maniacale (o ipomaniacale); quando c’è una compresenza di sintomi depressivi e sintomi maniacali (cioè non si è né completamente depressi, né completamente in mania), con il predominio di irritabilità, ansia e irrequietezza, si può presentare invece, lo stato misto

Non bisogna, però, confondere quelli che comunemente sono definiti “alti e bassi” dell’umore, che ognuno di noi può avere nel corso della propria vita quotidiana, con le severe manifestazioni del disturbo bipolare, che possono, invece, rovinare i rapporti interpersonali, causare la perdita del lavoro e, in casi estremi, esitare in comportamenti suicidari.

Il disturbo bipolare può essere curato; la cura del disturbo deve essere condotta da specialisti che conoscono bene tale malattia. Questa malattia è totalmente compatibile con una vita normale, brillante e produttiva, ma le cure cui ci si sottopone molto frequentemente durano per tutta la vita. Alla stessa stregua delle malattie cardiologiche e del diabete, infatti, il disturbo bipolare è una malattia di lunga durata che deve essere controllata costantemente durante tutta la vita del paziente.

Nella gran parte dei casi la malattia non viene riconosciuta con facilità e le persone possono star male per anni prima di ricevere una corretta diagnosi e un adeguato trattamento.

Circa il 4% della popolazione ha un disturbo bipolare. Di solito questo disturbo si manifesta per la prima volta prima dei 30 anni e il primo episodio può essere sia maniacale che misto. E’ leggermente più frequente nelle donne. Come si manifesta il disturbo bipolare

Nel disturbo bipolare sono presenti episodi depressivi e maniacali (o ipomaniacali).

Sintomi della fase depressiva

I sintomi della depressione sono molto noti e conosciuti: umore depresso, pensieri orientati verso la depressione (es. “Non ce la farò mai!”;“Non c’è più speranza!”), sensazione di fatica e mancanza di energia, agitazione o rallentamento psicomotorio, ansia, ,),  disturbi del sonno (eccesso di sonno, difficoltà ad addormentarsi, risvegli notturni con difficoltà a riprendere sonno), idee di morte, mancanza di speranza, inappetenza o -in rari casi- iperfagia, incapacità a trarre piacere dalle attività che in passato procuravano gioia e soddisfazione, sensazione che gli altri possano non comprendere tale situazione e che siano ottimisti inutilmente, ridotto desiderio sessuale, difficoltà di concentrazione e attenzione, sentimenti di colpa e inferiorità, irritabilità.

E’ molto importante non confondere la depressione con un normale sentimento di tristezza o con la fisiologica e naturale depressione successiva a un lutto o a una perdita. Si può parlare di episodio depressivo se i sintomi persistono per un periodo di almeno 2 settimane.

Sintomi della fase maniacale

La mania, invece, si manifesta in modo abbastanza eclatante, anche se con gradazioni diverse. I sintomi principali sono: buon umore eccessivo e percepito dagli altri come inusuale,  comportamenti molto disinibiti, facilità estrema a spendere del denaro, a fare acquisti, sensazione di energia quanto mai intensa e di senso di infaticabilità, allegria, iper-attenzione ma con distraibilità, capacità di iniziare contemporaneamente tante attività ma con scarsa capacità di portarle a termine, comportamenti aggressivi e impulsivi con gravi conseguenze sia lavorative che personali, incremento della irrequietezza,  , ,  estrema irritabilità,   aumento della velocità dei pensieri, , enorme distraibilità, ridotto bisogno di sonno, fiducia non realistica nelle proprie capacità, diminuzione della capacità di giudizio, ,  aumento del desiderio sessuale, abuso di droghe(specialmente cocaina, alcool e farmaci), atteggiamenti provocatori, modifica del proprio modo di truccarsi o vestirsi per utilizzare uno stile più appariscente e seduttivo (a volte inappropriato). Si parla di episodio maniacale se i sintomi persistono per più di settimana.

L’ipomania

L’ipomania, è uno stato alterato dell’umore meno intenso rispetto alla mania. E’ necessario, tuttavia, differenziare l’ ipomania dalla felicità, in quanto la prima non ha una causa precisa, è percepita dagli altri come inusuale, , si presenta con instabilità del tono dell’umore ed in genere è preceduta da una fase depressiva.

Comunemente si distinguono due forme di disturbo bipolare:

  • il disturbo bipolare di tipo I, caratterizzato da episodi depressivi e episodi maniacali.
  • il disturbo bipolare di tipo II, caratterizzato da episodi depressivi e episodi ipomaniacali.

 

La ciclotimia viene considerata una variante minore del disturbo bipolare, che spesso evolve verso il disturbo bipolare di tipo II, o con minor frequenza, verso il tipo I. E’ caratterizzata da episodi di lieve intensità ma con elevata frequenza di presentazione e con cambiamenti comportamentali che provocano notevoli complicazioni a livello psicosociale.

 

A volte, gli episodi severi di mania o di depressione includono i sintomi psicotici. Tra questi i più comuni sono le allucinazioni (es. udire delle voci che nessuno sente, sentire degli odori che nessuno sente) e i deliri. I sintomi psicotici nel disordine bipolare tendono a riflettere la fase dell’umore. Per esempio, i deliri di grandezza, come, per esempio, credere uno di essere un personaggio importante, possono verificarsi durante la mania; i deliri di colpa, come, per esempio, credere di aver commesso un crimine terribile, possono comparire durante la depressione.

Alcuni pazienti con disturbo bipolare, inoltre, possono mettere in atto dei tentativi di suicidio. Chiunque stia pensando al suicidio deve rivolgersi immediatamente all’attenzione di un sanitario, preferibilmente un medico psichiatra o uno psicologo. E’ importante ricordare che chi parla di suicidio dovrebbe essere preso seriamente in considerazione. Il rischio di suicidio è più alto all’inizio della malattia quando ancora il soggetto non ha chiaro di cosa soffra e come affrontare la malattia. Quindi prima si riconosce il disturbo bipolare prima si imparerà a gestirlo e a chiedere aiuto nel momento giusto.

Come sapere se si soffre di disturbo bipolare

Di solito chi soffre di disturbo bipolare si rivolge al medico o allo psicologo quando è in fase depressiva e molto frequentemente omette di riferire di avere avuto delle fasi di malattia caratterizzate da umore elevato o mania. Per tale ragione è molto opportuno che chi si rivolge ad un professionista per la prima volta e si trovi in una severa fase di depressione possa avvalersi dell’aiuto di un familiare per ricostruire le eventuali varie fasi della patologia (quando il soggetto ha un episodio di mania la diagnosi è estremamente facile).

Per fare una corretta diagnosi è importante prestare attenzione ai sintomi, in quanto è possibile che una persona soffra di depressione senza fasi di eccitamento; tale tipo di depressione è definita depressione monopolare o depressione maggiore. Ci sono alcuni indizi che possono essere di aiuto per capire se si tratta di disturbo bipolare: avere un familiare affetto da disturbo bipolare o da disturbi dell’umore, avere una depressione caratterizzata da sintomi molto gravi come deliri, avere avuto nella propria vita un temperamento sempre molto brillante e una capacità di lavoro straordinaria, con poca suscettibilità alla fatica, prima dell’episodio di depressione.

Chi soffre di disturbo bipolare e ha sintomi psicotici riceve a volte, in modo errato, la diagnosi di schizofrenia, un’altra malattia mentale severa, e quindi può essere sottoposto anche a trattamenti sbagliati. Possiamo, tuttavia, riconoscere se i sintomi psicotici sono la conseguenza di un disturbo bipolare o se indicano la presenza di un disturbo psicotico (es. schizofrenia), in quanto nel disturbo bipolare i deliri e le allucinazioni, come precedentemente detto, tendono a riflettere la fase dell’umore.

E’ possibile, anche se molto raramente, porre diagnosi di disturbo bipolare anche in età pediatrica: in questi casi è necessaria un’accurata valutazione per distinguere tale condizione dal disturbo da deficit di attenzione e iperattività, o da altre patologie dell’infanzia.

Cause del disturbo bipolare

Attualmente sappiamo che la genetica svolge un ruolo fondamentale nella genesi del disturbo bipolare. Il disturbo bipolare, infatti, è una malattia ereditaria che possiede una base biologica e viene trasmessa geneticamente. Hanno quindi peso forza le teorie che sostenevano che diversi fattori psicologici o sociali fossero la causa della malattia bipolare. Oggi si ritiene che tutti questi fattori possano scatenare o aggravare il disturbo, ma non causarlo.  QUESTA PARTE, MOLTO CORRETTA ALLA LUCE DELLA LETTERATURA, VA MESSO PERò CON ALTRA COSTRUZIONE OVVERO DIRE: FINORA LE TEORIA RITENEVANO CHE… INVECE ADESSO HA ASSUNTO UN RUOLO MAGGIORE… ECC… Nonostante sia una malattia ereditaria è bene precisare che il figlio di una persona affetta da disturbo bipolare non abbia il 100% delle possibilità di essere malato: di fatto le probabilità di non esserne affetto sono maggiori di quelle di esserne affetto. La malattia bipolare infine è cronica e ricorrente ma con i trattamenti psicofarmacologici adeguati il rischio di ricadute diventa sempre meno frequente e sempre più breve. Si deve iniziare a pensare che avere un disturbo bipolare non è di per sé più o meno grave che soffrire di altre patologie croniche, come l’asma o il diabete,  e che nella maggior parte dei casi può essere mantenuto compensato grazie ad una terapia adeguata e attenendosi ad una serie di regole di comportamento.

Differenti tipi di trattamento

La maggior parte delle persone con disturbo bipolare, anche affetta da forme gravi, può raggiungere un ottimo livello di stabilizzazione della malattia e condurre una vita normale. Poiché il disturbo bipolare è una malattia ricorrente, è quasi sempre è indicato un trattamento di lunga durata, anche life time.

Un trattamento che combini insieme farmacoterapia e il trattamento psicosociale (psicoterapia e igiene di vita) è ottimale per il controllo e la stabilizzazione del disturbo nel tempo. Nella maggior parte dei casi, il disturbo bipolare risponde meglio a trattamenti continui piuttosto che intermittenti. A volte, però,  anche senza interrompere il trattamento, possono verificarsi dei cambiamenti di umore, che dovrebbero essere segnalati immediatamente al proprio medico.

Il concetto importante per il trattamento di questa patologia è che non deve essere trattato l’episodio (depressivo o maniacale) ma deve essere trattata la malattia.

Il disturbo bipolare si tratta, infatti, con dei farmaci, gli stabilizzatori del tono dell’umore, che evitano la ricorrenza delle oscillazioni del tono dell’umore. Il migliore ad oggi risulta il litio carbonato, in particolare per il trattamento della mania. Vengono utilizzati anche farmaci anticonvulsivanti che hanno l’effetto di stabilizzare l’umore:

il valproato sodico (Depakin, Depamag), efficace nel trattamento della mania e degli stati misti;

la carbamazepina (Tegretol), efficace nel trattamento della mania;

la lamotrigina (Lamictal), efficace nella prevenzione delle ricadute depressive.

Anche gli antipsicotici atipici hanno un enorme effetto sulla stabilizzazione del tono dell’umore; tra questi ci sono: l’ olanzapina (Zyprexa), il risperidone (Risperdal), la quetiapina (Seroquel) e la clozapina (Leponex).

Il Terzo Centro di Psicoterapia Cognitiva evita sempre di somministrare antidepressivi a chi soffre di disturbo bipolare per prevenire gli switch nello stato maniacale o danni iatrogeni.

In aggiunta alla terapia farmacologica, la psicoterapia può essere molto di aiuto a chi soffre di tale disturbo. E’ bene precisare che la psicoterapia non può sostituire i farmaci e non è efficace da sola nella prevenzione delle ricadute e nel trattamento del disturbo. Molti studi, tuttavia, hanno indicato che gli interventi psicologici possono migliorare la stabilità dell’umore, ridurre le ospedalizzazioni e migliorare il funzionamento.

Il trattamento cognitivo-comportamentale

La psicoterapia cognitivo-comportamentale è tra i trattamenti più utilizzati e si dimostra molto efficace nella cura di questo disturbo.

Gli interventi psicoterapeutici sono finalizzati ad aiutare il paziente a conoscere meglio il proprio funzionamento e ad accettarlo, a distinguere se stesso e la propria personalità dalla malattia, a migliorare la gestione dello stress e indirettamente, quindi, a ridurre i fattori di rischio di ricaduta.

Il protocollo cognitivo-comportamentale prevede, inoltre, la compilazione sistematica di una tabella dei sintomi quotidiani dell’umore, della quantità e qualità del sonno e del trattamento farmacologico assunto dal soggetto. Questa strumento può essere d’aiuto sia al paziente per aumentare la consapevolezza e la capacità di gestione del proprio disturbo, sia al medico per comprendere meglio l’andamento della sintomatologia e per impostare un trattamento più efficace.

L’approccio cognitivo-comportamentale prevede, infine, un trattamento psicoeducativo per il paziente ed i suoi familiari perché comprendano meglio le fasi della malattia.

Presso il Terzo Centro di Psicoterapia Cognitiva la cura del disturbo bipolare comprende un trattamento psichiatrico e psicoterapeutico con costante reperibilità di un sanitario e/o di un suo sostituto.