I disturbi d’ansia
Che cosa sono
L’ansia e la paura sono emozioni normali, che tutti provano. Hanno l’importante funzione di segnalare situazioni pericolose o spiacevoli e attivare l’organismo, mediante le modificazioni fisiologiche prodotte dall’adrenalina che entra in circolo nel sangue. Entro certi livelli, dunque, l’ansia e la paura sono necessarie e funzionali.
I disturbi d’ansia si caratterizzano per paura e ansia persistenti o eccessive rispetto allo stadio di sviluppo.
Mentre la paura è definibile come la reazione emotiva ad una minaccia presente, sia essa reale o percepita; l’ansia è l’anticipazione di una minaccia futura, spesso accompagnata da reazioni fisiologiche come palpitazioni, dolori al petto e nausea.
Tipiche risposte comportamentali all’ansia sono la fuga e l’evitamento delle situazioni temute; mentre, sul piano cognitivo, vengono riportati pensieri negativi, irrealistici e catastrofici, paura di perdere il controllo ed impazzire, agitazione, ridotta capacità di concentrazione, di risoluzione dei problemi, di pianificazione e di astrazione.
Infine, nei bambini, i disturbi d’ansia si manifestano il più delle volte anche sottoforma di irritabilità, aggressività e lamentele somatiche.
Quanto sono frequenti
Dati epidemiologici stimano Disturbo D’ansia Da Separazione e Disturbo D’Ansia Generalizzato al 3-4% della popolazione infantile generale, con una prevalenza delle femmine sui maschi.
Circa il 6-7% dei bambini presenta fobie semplici; l’l% circa, fobia sociale.
Come si manifestano
Disturbo d’ansia da separazione
Questo disturbo si caratterizza per paura o ansia eccessive e inadeguate allo stadio di sviluppo, rispetto alla separazione dalle figure alle quali l’individuo è attaccato.
Sono presenti paura o ansia persistenti, relative agli incidenti che possono capitare alle figure di attaccamento e agli eventi che possono portare alla loro perdita o alla separazione da esse; possono rilevarsi inoltre, riluttanza ad allontanarsi da esse, come pure incubi e sintomi fisici di disagio quando si verifica o si prevede la separazione.
Mutismo selettivo
Il mutismo selettivo è caratterizzato da una costante incapacità di parlare in situazioni sociali in cui ci si aspetta che si parli (ad es. a scuola), anche se l’individuo dimostra di essere in grado di farlo in altre situazioni.
Ciò ha conseguenze significative sul rendimento in contesti educativi o lavorativi o interferisce con la normale comunicazione sociale.
Fobia specifica
Gli individui con fobia specifica sono spaventati o ansiosi riguardo a aggetti e situazioni circoscritti, che tendono ad evitare. L’ansia è tale da risultare persistente e sproporzionata rispetto al reale rischio che la situazione fobica rappresenta. Può trattarsi di ambienti naturali, sangue, iniezioni, ferite, animali, etc.
Disturbo d’ansia sociale (fobia sociale)
Il disturbo è caratterizzato da paura o ansia marcate relative a una o più situazioni sociali nelle quali l’individuo è esposto alla possibile valutazione da parte di altri. L’individuo teme che agirà in modo tale o manifesterà sintomi d’ansia che saranno valutati negativamente.
Questi timori possono essere presenti solo in alcune situazioni sociali (fobia sociale specifica) o nella maggioranza di esse (fobia sociale generalizzata).
In ogni caso, l’ansia deriva dall’aspettativa che se le proprie prestazioni risulteranno inadeguate o insoddisfacenti ci si sentirà umiliati e imbarazzati.
Le situazioni sociali temute sono evitate oppure sopportate con paura o ansia intense, che risultano di fatto sproporzionate rispetto alla reale minaccia posta dalla situazione sociale.
Disturbo di panico
Il disturbo di panico è un disturbo d’ansia, caratterizzato da frequenti ed inaspettati attacchi di panico. Per cui, l’individuo è costantemente preoccupato di avere altri attacchi di panico e può modificare il suo comportamento in modo disadattivo a causa di essi (per es. evitando l’esercizio fisico o i luoghi sconosciuti).
Gli attacchi di panico sono rappresentati dalla comparsa improvvisa di paura o disagio intensi, che raggiungono il picco e si consumano in pochi minuti, accompagnati da sintomi cognitivi e fisici:
- palpitazioni o tachicardia;
- sensazione di asfissia o di soffocamento;
- dolore o fastidio al petto (es. senso di oppressione toracica);
- sensazioni di sbandamento o di svenimento (es. debolezza alle gambe, vertigini, visione annebbiata);
- disturbi addominali o nausea;
- sensazioni di torpore o di formicolio;
- brividi di freddo o vampate di calore;
- tremori o scosse;
- bocca secca o nodo alla gola;
- sudorazione accentuata;
- sensazione di irrealtà (derealizzazione) o sensazione di essere staccati da sè stessi (depersonalizzazione);
- confusione mentale;
- paura di perdere il controllo o di impazzire;
- paura di morire.
Agorafobia
Gli individui con agorafobia sono spaventati e ansiosi riguardo a: utilizzare i trasporti pubblici; trovarsi in spazi aperti o, al contrario, ristretti; fare la fila o ritrovarsi in mezzo alla folla; essere fuori casa da soli.
Tale timore è dovuto a pensieri legati al fatto che potrebbe essere difficile fuggire o ricevere soccorso, nell’eventualità in cui si manifestino sintomi simili al panico o altri sintomi invalidanti o imbarazzanti. Per questa ragione, suddette situazioni sono spesso evitate o richiedono la presenza di un accompagnatore.
Disturbo d’ansia generalizzata
Le caratteristiche chiave del Disturbo d’ansia generalizzata sono ansia e preoccupazioni persistenti ed eccessive, riguardo svariati ambiti, che l’individuo non riesce a controllare.
Tale condizione non risulta associata a specifiche circostanze; è invece presente nel soggetto per la maggior parte del tempo.
Questi sperimenta sintomi fisici tra cui irrequietezza o sensazioni di agitazione o tensione, affaticabilità, difficoltà di concentrazione o vuoti di memoria, irritabilità, tensione muscolare, sonno disturbato.
Cause
Attualmente, si ritiene che, alla base dei disturbi d’ansia, sia possibile rintracciare molteplici fattori: prima fra tutti, la causa genetica, ma anche fattori metabolici del cervello, la personalità e le esperienze di vita risultano essere coinvolte nella genesi del disturbo.
Numerosi studi testimoniano che uno specifico determinante psicologico renderebbe vulnerabili al disturbo. Tale fattore (che può a sua volta derivare da esperienze di vita sensibilizzanti e da una predisposizione biologica) è noto come anxiety sensitivity. Si tratta di una speciale attitudine psicologica a considerare pericolosi, per la propria integrità fisica o mentale, i segnali dell’attivazione neurovegetativa. L’ansia e i suoi correlati psico-fisici sono, dunque, interpretati dal soggetto come una grave minaccia per cui causano un naturale incremento dell’ansia stessa e l’innesco di un circolo vizioso.
Trattamento
Nel trattamento dei Disturbi d’ansia, la terapia cognitivo-comportamentale, sia a livello individuale che di gruppo, ha ampiamente dimostrato la sua efficacia.
Tale terapia ha il suo fulcro nell’esposizione graduale e sistematica alle situazioni o stimoli ansiogeni. Un’esposizione ripetuta e prolungata, opportunamente predisposta, consente di affrontare le situazioni temute in modo progressivamente più agevole e funzionale. Contemporaneamente la persona sarà stimolata e supportata nell’analizzare pensieri e credenze sul mondo, nonché i comportamenti e le reazioni alle fonti d’ansia, con l’obiettivo di modificare la percezione distorta di suddette situazioni o stimoli.
La farmacoterapia è raccomandata in combinazione con l’intervento psicoterapico nei casi di grave interferenza funzionale del disturbo o quando non vi sia stata risposta al trattamento.
Essa prevede solitamente il ricorso a due classi di farmaci: benzodiazepine e antidepressivi.